«Il Giorno del Ricordo sia giorno di vera riflessione su quello che la
storia ci ha consegnato. Spesso, però, non sempre siamo pronti a soffermarci, a
pensare, su quello che è stato e su quello che è accaduto nel passato». Queste parole così generiche sono soltanto la premessa del messaggio che la sindaco di Cassano delle Murge Maria Pia Di Medio ha inviato alla stampa in occasione della Giornata del Ricordo, istituita con Legge 30 marzo 2004, n. 92.
La ricorrenza di questa giornata è stata particolarmente sentita sin dal principio dalla giunta di destra che amministra Cassano delle Murge ormai da cinque anni meno tre mesi. A fare da portabandiera negli anni passati è stata l'assessore alla Cultura Pierpaola Sapienza, oggi in Fratelli d'Italia e ieri in Alleanza Nazionale e poi Partito della Libertà. Con l'assessore Sapienza negli anni scorsi ho imbastito in più occasioni un dialogo su queste tematiche storiche, constatando una legittima ignoranza sull'argomento. Quello che chiedevo alla Sapienza era cosa hai studiato? Quali e quanti libri hai letto sull'argomento? Le risposte ovviamente non erano confortanti. L'argomento in questione è stato l'oggetto della mia tesi di laurea e dei miei studi successivi e la decisione, accolta con favore dalla docente, era e resta esclusivamente frutto della volontà di comprendere meglio un periodo storico di cui all'epoca (2008-2009-2010) avevo appena sentito parlare. Curiosità, quindi, e voglia di ordinare una mole di nozioni disordinate e parecchio strumentalizzate dai partiti di destra e di sinistra.
Oggi a dieci anni dall'istituzione della legge della Giornata commemorativa delle vittime delle foibe e dell'esodo giuliano, istriano, dalmata registro ancora, e se possibile anche più di ieri, una volontà di calcare la mano e strumentalizzare. I politici, come recita la norma devono promuovere la discussione e la conoscenza, non sono obbligati a inviare messaggi che evidenziano l'ignoranza palese rispetto a certi argomenti. Anzi se vogliamo essere precisi a Cassano delle Murge a parte i piagnistei durante la posa della corona dei fiori ai piedi della lapide posta nel giardinetto del quartiere Sacro Cuore e la banda non s'è fatto niente. Teodoro Santorsola e Silvio Missoni, amministratori della destra missina durante la Giunta Gentile, organizzarono degli pseudo convegni (poco più che dibattiti in realtà) durante i quali a parlare della vicenda delle foibe c'erano alcune personalità alquanto discutibili che in Friuli Venezia Giulia, e a Trieste in particolare, sono ben conosciuti per essere poco obiettivi, diciamo così. Ma dato che nel paesello murgiano sono sconosciuti tanto vale presentare un appartenente alla Decima Mas come professore di storia. Cose di poco conto se non fosse che ad ascoltare c'era un pubblico all'asciutto di queste storie e quindi l'opera di strumentalizzazione è compiuta.
Quest'anno invece del dialogo post-messaggio commemorativo con la Sapienza, mi è capitato di leggere il messaggio della sindaco Di Medio e devo ammettere che a momenti stentavo a credere a quello che leggevo. Un medico di base che parla a ruota libera di vicende storiche dalle nostri parti non è rarità, anzi. Ma leggere le affermazioni della sindaco-dottoressa è comunque formativo. Ti fa comprendere che non ci sono limiti alla tuttologia. Chiunque può parlare di qualsiasi cosa. I medici di storia senza aver mai messo piede in un archivio. E magari gli storici di urbanistica senza avere nessuno strumento per farlo, anzi meglio, gli storici che parlano di medicina. Potrebbe essere una nuova frontiera della conoscenza. Per la serie avanti tutta. A chi la spara più grossa.
Dopo la premessa la sindaco dunque va al sodo e afferma che «le nuove
generazioni, a volte, poco sanno su quanto l'uomo è stato capace di distruggere
in nome di una ideologia politica o religiosa. Nel caso dello sterminio degli ebrei, o
nel caso delle Foibe comuniste degli uomini del Maresciallo Tito, la cattiveria
umana, mista ad ideologia politica, è riuscita a cancellare persone anche
non schierate ideologicamente. Il loro crimine era quello di
appartenere ad un popolo, ad una Nazione».
Questo l'affondo della dottoressa-sindaco. Quali libri avrà letto prima di formulare questa opinione? Deduco nessuno o al massimo qualche titolo pubblicato da qualche associazione delle vittime, che ovviamente racconta una versione di parte, famigliare si potrebbe dire. Non sarebbe stato più appropriato invitare un professore o un ricercatore dell'Università degli Studi Aldo Moro di Bari e in particolare del Dipartimento delle Società Mediterranee (già Facoltà di Scienze Politiche), che ha dato e continua a dare un importante contributo alla ricerca storica delle relazioni internazionali e del confine orientale, con particolare attenzione all'area adriatica? Dello stesso Dipartimento in questione diversi sono stati i ricercatori e professori invitati oggi in pubblici consessi per parlare delle vicende in questione e dei numerosi aspetti. Ma Cassano delle Murge si fa da sè. Ahinoi.
La sindaco chiude il suo messaggio dichiarando che «tocca alle istituzioni (alla scuola ad esempio)
fermarsi a riflettere ed è quello che auspico avvenga nella giornata del 10
febbraio in tutte le aule. Sappiamo davvero cosa sono state le Foibe? Sappiamo chi ha pagato con la
vita per un folle disegno politico di una parte? Quando
si ricordano i massacri dei titini verso gli italiani, leggo in giro ancora
diverse valutazioni sui fatti, quasi un'opera "negazionista" che non
fa bene al nostro essere italiani. Auspico dunque, nella Giornata del
Ricordo, che questo sia sereno, autentico ed obiettivo. Sia momento di
riflessione attenta su un altro dei crimini dell'umanità: il massacro di
migliaia di italiani nelle fosse comuni iugoslave».
In chiusura la sindaco fa la domanda giusta: sappiamo davvero cosa sono le foibe? Credo che avrebbe bisogno di ripetizioni, perché dà dimostrazione di avere delle lacune in merito o perlomeno un po' di confusione. Per non parlare del sentirsi italiani. La sindaco dimentica che nel 1950 iniziò un percorso economico-industriale con gli accordi della CECA (Comunità Economica del Carbone e dell'Acciaio) che ha portato agli accordi di Maastricht e alla Costituzione europea di Lisbona. Quindi a parte il nazionalismo fuori tempo massimo, converrebbe alla sindaco limitarsi pedissequamente alla norma istitutiva della Giornata del Ricordo e cioè promuovere la conoscenza specialmente nelle scuole. Senza regalare opinioni parziali atte esclusivamente a orientare l'opinione pubblica. Dicasi strumentalizzazione.
10.02.2014
Vito Stano
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